Domenica 24 novembre 2019 – Solennità di Cristo Re dell’Universo – 2Sam 5, 1-3; Salmo 121; Col 1, 12-20; Lc 23, 35-43
Davide, giovane pastore, è chiamato a essere re, “tu pascerai il mio popolo”, senza smettere di essere pastore. L’alleanza stipulata tra il popolo e Davide diventa ancora più profonda nel mistero di reciproca appartenenza tra Cristo e la sua Chiesa quale segno e primizia dell’umanità salvata. Il legame è quello che Paolo indica con il simbolo del rapporto indissolubile e reciproco del “capo” con il “corpo”. L’ultimo gesto che Luca racconta proponendoci la passione del Signore, non fa che confermare e suggellare tutto il suo vangelo, segnato dalla misericordia e dall’attenzione amorosa per i più deboli e per i peccatori. L’«oggi» con cui si apre l’annuncio dell’anno di grazia del Signore nella sinagoga di Nàzaret, diventa l’«oggi» dell’eternità, che è il trionfo estremo e invincibile dell’amore che totalmente si dona e sempre perdona.