Domenica 7 febbraio 2021 – V Domenica del Tempo Ordinario – Gb 7, 1-4.6-7; Salmo 146; 1Cor 9, 16-19.22-23; Mc 1, 29-39
Il lamento esistenziale di Giobbe è il nostro: “I miei giorni scorrono più veloci di una spola, svaniscono senza un filo di speranza”.
È più che mai necessario annunciare il Vangelo, la Buona Notizia, senza risparmio di fatica, come “una necessità che mi si impone”, afferma san Paolo. L’uomo non è capace di risolvere i suoi guai. Gesù “è venuto” per mettere nel nostro cuore un’immagine più vera di Dio, annunciando un vangelo, una buona notizia: la risposta alle domande sul mistero del dolore e del male.
Non per via di una semplice e passeggera consolazione o la promessa di un paradiso futuro – che all’uomo può apparire inesistente o irraggiungibile – ma attraverso un incremento di consapevolezza e di responsabilità come quello vissuto da Paolo, che si fa “servo di tutti” e persino “debole per i deboli”.
Annunciare il vangelo è accettare di entrare nel suo dinamismo, che si fa sempre più ampio e dilata il nostro stesso cuore ferito fino a compatire e portare l’angoscia dei nostri compagni di viaggio.