Dopo due secoli e mezzo di oblio l’economia civile – teorizzata e strutturata alla fine del ‘700 da Antonio Genovesi, sacerdote, filosofo ed economista napoletano – ritrova lo spazio che merita, grazie alle aziende che ne adottano i principi e alla Scuola di Economia Civile (SEC), che forma imprenditori e manager.
Silvia Vacca è torinese: una laurea in matematica nel 1995, poi specializzazione in logica all’Ecole Normale Superieure di Parigi; dal 1996 al 2001 ha lavorato per l’analisi dei processi logistici e commerciali tra le sedi europee di Siemens e Olivetti e dal 2001 al 2006 nel dipartimento tecnologico per le Olimpiadi invernali di Torino.
Nel 2008 è tra i fondatori – oggi è consigliere con delega al bilancio e alla gestione finanziaria – di Etica nel Sole, società torinese che opera nel campo delle energie rinnovabili.
Nel 2011 elabora, nella tesina di un Master, l’idea di un corso di formazione all’impresa etica e l’anno dopo è tra i fondatori e docenti della SEC.
Vive in una casa in legno, che produce più energia di quanta ne consuma, nel Chivassese.
I fondatori della Scuola – il presidente è Luigino Bruni, economista e storico, docente alla LUMSA, la Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, succeduto proprio a Silvia Vacca – «avevano l’obiettivo di rilanciare la gestione di impresa sotto l’aspetto non solo tecnico – ricorda Vacca –, ma per ragionare sulle finalità dell’impresa stessa, sul mercato come luogo civilizzante per creare felicità pubblica, con attenzione alle generazioni future».
L’economia civile è indipendente dalla forma di impresa, non circoscrivibile al solo Terzo settore, ma a tutte le aziende, in primis le cooperative, attente al rispetto dei lavoratori e dell’ambiente.
«L’economia civile può mettere insieme molte anime e coniugare profitto e sostenibilità, nel solco della tradizione italiana – sostiene Vacca – che vede un tessuto economico di imprese familiari, legate al territorio, costruite contando sulle relazioni umane, un’evoluzione della bottega medioevale dove la formazione delle persone era continua».
La sensibilità sui temi dell’economia civile è cresciuta, «lo dimostra la crescente credibilità finanziaria delle imprese che la applicano – nota Vacca – anche se, al momento, c’è più attenzione agli aspetti ambientali che al coinvolgimento e al rispetto dei lavoratori. Bisogna ripensare il mercato come occasione di riscatto attraverso il lavoro e le grandi imprese, come Ferrero o Brunello Cucinelli, possono offrire una testimonianza fondamentale».
Bisogna superare il dibattito “profitto sì, profitto no”: senza profitto non c’è impresa, «ma se il profitto alimenta unicamente la rendita – riflette Vacca – crea divario crescente ed emarginazione sociale. Per l’economia civile la persona è al centro, bisogna lavorare per cambiare le culture aziendali predatorie».
La Scuola di Economia Civile si concentra su tre ambiti: formazione, ricerca e consulenza. «Il corso di alta formazione per imprenditori o top manager presenta l’economia civile e come si può declinare nelle imprese. Partecipano una ventina di persone ogni anno che al termine elaborano un progetto da attuare sul territorio con il supporto dalla scuola. Organizziamo anche corsi per welfare aziendale e per modifiche organizzative coerenti con i dettami dell’economia civile. L’attività di ricerca – riassume Vacca – è su incarico; per esempio la Fondazione Banca Etica ci ha commissionato uno studio sui sistemi di retribuzione interni. Infine, aziende in fase di cambiamento generazionale o organizzativo oppure in transizione verso l’economia civile, richiedono la nostra consulenza».
A breve la SEC offrirà un nuovo corso di formazione, riservato al valutatore di impatto, una nuova figura fondamentale per adempiere alle indicazioni contenute nella nuova legge sul Terzo Settore che obbliga le Organizzazioni di Volontariato, gli Enti del Terzo Settore e le Associazioni di Promozione Sociale a presentare ogni anno, un bilancio di impatto sociale del proprio operato.
SEC è anche certificata dal ministero della Pubblica Istruzione per corsi di economia civile riservati ai docenti, «un intervento indispensabile – ribadisce Vacca – per far conoscere alle nuove generazioni l’economia civile, che oggi non è inserita nei programmi».
Una spinta importante all’economia civile arriverà dall’evento internazionale “L’economia di Francesco”, che si terrà ad Assisi dal 26 al 28 marzo e che vedrà protagonisti giovani di 115 Nazioni. «Un’iniziativa bellissima – conclude Vacca –, momento di lancio di pensiero e azione per il futuro, che coinvolgerà giovani accademici, imprenditori e opinion maker tra i 18 e i 35 anni. Più di 3000 esempi di applicazione di economia civile sono arrivati da tutto il mondo e come SEC abbiamo offerto la consulenza per la valutazione dei progetti».
su La Voce e Il Tempo del 2 febbraio 2020