Domenica 22 dicembre 2019 – IV Domenica di Avvento – Is 7, 10-14; Salmo 23; Rm 1, 1-7; Mt 1,18-24
Ambizioso e scettico uomo di potere, il re Àcaz, discendente di Davide, rifiuta di immischiarsi con Dio.
Giuseppe invece, anche lui della Casa di Davide, ci offre un modello di “obbedienza della fede” cui ciascuno di noi è chiamato per sentire quanto siamo amati da Dio. Il discreto e assoluto silenzio è l’onore di Giuseppe, così umano e così divino.
Matteo lo definisce “uomo giusto”, non ingenuo, ma coraggioso nel saper adeguare, ancora una volta e sempre, la sua vita al disegno di Dio che progressivamente si rivela e ha bisogno di essere accolto come un dono che non si può rifiutare e quasi nemmeno commentare.
Con l’incarnazione del Verbo, il mondo e la storia sono totalmente nuovi.
Giuseppe accettò di entrare interamente nei tempi e nei modi di Dio e “prese con sé la sua sposa”.