Diciannove donne, lunedì 28 ottobre, al Museo Egizio, affascinate dalla tunica del corredo funerario di Kha, «identica a quella che ancora oggi indossano gli uomini nei nostri villaggi, in Egitto». Quindici sono di lingua araba, due turche, una è romena e una peruviana. Sono immigrate, straniere, e sia loro sia i loro figli frequentano Il Mosaico.
Christian Greco, direttore dell’Egizio ha commentato: «Siamo lieti di aver ospitato la visita condotta da una delle guide volontarie di lingua araba che ha partecipato a un percorso di formazione del Museo. L’Egizio vuole diventare la casa di tutti: non solo un luogo in cui ricerca e formazione siano al primo posto, ma nel quale tutti i cittadini, anche coloro che da non molto fanno parte della nostra comunità, si sentano accolti, conoscano l’immenso patrimonio che custodiamo e, così, comprendano meglio se stessi e gli altri. Questo è lo scopo della cultura, costruire ponti e abbattere le differenze».
Obiettivo identico a quello del Mosaico, l’associazione di volontariato fondata nel marzo 2003 nella parrocchia di Gesù Nazareno e ospitata nei locali di via Bagetti 28/a, sotto il campanile.
Da allora centinaia di docenti volontari si sono alternati per accompagnare scolari e studenti delle scuole elementari e medie nel loro percorso scolastico e per insegnare ad adulti stranieri a leggere e scrivere in italiano.
Un’attività ben descritta dai numeri di oggi: 68 allievi delle elementari, 25 delle medie, 5 delle superiori. Sei diverse nazionalità: 53 egiziani, 35 marocchini, 4 turchi, 3 peruviani, 2 romeni e un italiano. Tutti provengono da famiglie che affrontano difficili situazioni economiche.
Il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18,30 e il martedì e giovedì dalle 17 alle 18,30 – per tutto l’anno scolastico – i locali di via Bagetti si riempiono di bambini e ragazzi che trovano supporto nel loro percorso scolastico in tutte le materie, affiancati da 43 insegnanti volontari che turnano sui cinque giorni. Tra questi, molti sono docenti o ex docenti di scuole di ogni ordine e grado, università compresa, tanti i liberi professionisti, alcuni universitari dei tre gruppi giovanili della parrocchia – Agesci Torino 6, Movimento Eucaristico Giovanile e Gruppo Uno – che vivono un’esperienza concreta di servizio, due liceali in alternanza scuola-lavoro.
Per il parroco, il padre dottrinario Ottorino Vanzaghi, «il Mosaico è un modo efficace e concreto di accogliere i migranti, una bella testimonianza di Chiesa e per i nostri giovani un’opportunità di servizio. L’aiuto offerto per affrontare il percorso scolastico permette, e ha permesso in passato, a centinaia di ragazzi di integrarsi grazie all’istruzione e alla cultura, studiando ogni giorno fianco a fianco anche se diversi per Paese d’origine e credo religioso».
Una vicinanza che continua anche quando l’anno scolastico termina. Da ormai tre anni alcuni allievi del Mosaico partecipano, grazie al sostegno economico dell’Oratorio e della San Vincenzo, all’Estate Ragazzi parrocchiale.
Anche la gita delle mamme al Museo Egizio si muove nel solco della cultura. «All’attività con bambini e ragazzi affianchiamo corsi di italiano per adulti stranieri – spiega Susanna Alzona, vice presidente e infaticabile volontaria operativa dell’associazione –, rivolti in particolare alle donne. Spesso non conoscono la nostra lingua e questo le limita in modo grave, dai colloqui con i docenti quando sono costrette a chiedere ai figli di fare da interprete, alla difficoltà di accesso ai servizi per le famiglie di scuola ed Enti locali. I corsi di italiano sono frequentati da una ventina di donne di lingua araba: durante le lezioni garantiamo loro anche un servizio di baby sitting per i figli, altrimenti non potrebbero partecipare».
Grazie al contributo economico della Circoscrizione 3 e dei parrocchiani di Gesù Nazareno, Il Mosaico sostiene anche le famiglie nell’acquisto di libri scolastici e cancelleria. Il risultato più grande per allievi e volontari del Mosaico è sancito ogni anno a giugno: tutti promossi.