Un’alleanza tra Ente pubblico e no-profit per sostenere progetti di cooperazione internazionale. L’idea germina a Carmagnola nel 2003, sostenuta dal sindaco Angelo Elia, insegnante di religione e dall’assessore alla Cultura Coco Cano, artista uruguayano, profugo politico. Prende vita così Comuni della Terra per il Mondo che, sempre nel 2003, dà vita a Pinerolo all’Associazione Recosol, rete dei Comuni Solidali. Coco Cano disegna il logo con le due frecce bicolore che si uniscono.
Il primo progetto è in Perù, a Cuzco, dove Vittoria Savio, un’insegnante di Chieri, aveva fondato una casa per bambine altrimenti destinate alla strada. Sempre in Perù, a Yurimaguas, in Alta Amazzonia, prende forma “Indocumentados”: amministratori di Comuni italiani aiutano quelli locali a organizzare l’anagrafe.
Oltre a Pinerolo e Carmagnola si associano a Recosol altri 100 Comuni, oggi sono 298 gli Enti locali in tutta Italia, una novantina in Piemonte, tra gli ultimi la Città Metropolitana di Torino.
«Tra i primi aderenti il comune di Sambuco, 87 abitanti in provincia di Cuneo – ricorda Chiara Sasso, membro del gruppo di coordinamento nazionale, presieduto dal quarantenne calabrese Giovanni Maiolo – a dimostrazione che per partecipare a progetti di cooperazione decentrata non occorrono grandi budget o uffici predisposti, basta la volontà politica. Sambuco per anni ha contribuito, raccogliendo fondi con cene e feste, a finanziare progetti in Niger».
La quota di adesione a Recosol è simbolica, 50 euro all’anno per i comuni con meno di 5000 abitanti, 100 per quelli più grandi; questo perché «siamo consapevoli che solo attraverso la contaminazione delle buone pratiche si possono costruire “reti” diverse» spiega Sasso. L’associazione mette a disposizione tre specialisti – retribuiti con un fisso o in percentuale – che aiutano i soci a compilare i bandi dell’Unione Europea, dello Stato italiano o delle Regioni per la cooperazione internazionale.
Molte le iniziative in Africa sostenute da comuni piemontesi tra il 2004 e il 2010, soprattutto nel Sahel, in particolare in Mali e in Niger, come gli orti per le donne nella periferia di Niamey: iniziata nel 2006 ha migliorato la qualità della vita nei villaggi e portato benessere diffuso.
Quando l’ondata migratoria dalle coste africane diventa emergenza Recosol collabora con i Comuni che aderiscono al Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati del ministero dell’Interno e con l’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione). Nascono il centro di Bardonecchia per l’assistenza ai migranti, ospitato in un locale della stazione messo a disposizione dalle Ferrovie, e il punto Caritas di Oulx che intercetta i migranti in rotta verso la Francia informandoli degli enormi rischi che comporta l’affrontare i sentieri dell’Alta Valle di Susa durante i mesi invernali.
La sfida per il 2021 si chiama “The Last Twenty”, contraltare del G20, il forum internazionale dei Paesi più ricchi e potenti del mondo, quest’anno presieduto dall’Italia, che si terrà a Roma dal 21 al 23 ottobre.
I rappresentanti dei 20 Paesi “ultimi della terra” per reddito, qualità della vita, condizioni socio-sanitarie si riuniranno in settembre a Reggio Calabria e in ottobre a Milano e a Roma per confrontarsi su flussi migratori e politiche di accoglienza, mutamento climatico, tutela ambientale, salute, altre economie, contrasto alla povertà e alla malattia, rilancio della cooperazione internazionale e del commercio equo e solidale, responsabilità della Ue. Il documento finale sarà inviato ai membri del G20.
Mauro Fresco su La Voce e Il Tempo del 4 aprile 2021