Mai nome di paese fu tanto contraddittorio, per certi versi schizofrenico. Pare infatti che il toponimo derivi da Barbone, e fin qui poco male. Ma se si pensa che questo Barbone o Barbon secondo più probabile connotazione veneta era un nobile appartenente alla potente famiglia veneziana dei Morosini che nel XVII secolo era proprietaria del paese, il sorriso insorge spontaneo. I documenti della diocesi di Padova tuttavia non lasciano dubbi e allora dobbiamo pur credere che per una volta un barbone fu proprietario. Tanto più che a soli 3,5 chilometri sorge Ca’ Morosini e allora l’ipotesi si fa certezza. Altra particolarità che rende Barbona quasi unica è che ufficialmente appartiene alla provincia di Padova, anche se a dividerla da quella di Rovigo è il solo fiume Adige e che, mentre il capoluogo è a distanza tale da costringere all’autostrada, Rovigo è a poco più di 15 chilometri. Se approdate da queste parti, magari provenienti dalla cittadella fortificata di Este, fate come suggeriscono i barbonesi, concedetevi il tempo che ci vuole per apprezzare un territorio in apparenza monotono ma che in realtà, a saperlo leggere, permette di conoscere le modificazioni che l’uomo ha introdotto in queste terre dei grandi fiumi ormai prossimi alla foce e perché Ferraresi e Veneziani combatterono per secoli, quasi sempre con gli ultimi vincitori, per assicurarsi il controllo di questa piana che, ieri come oggi, assicura fertilità e commercio.
Cosa vedere: la Chiesa Parrocchiale.